L’ultimo aggiornamento analitico sui dati 2019, e comunicato da Anagrafe Agricola Piemonte il 20 ottobre 2020, registra 661 aziende viticole biologiche, per un totale di 3.613 ettari (in particolare, nella provincia di Asti, le aziende sono 154, per un totale di 662 ettari).
La superficie nazionale vitata Bio in produzione è invece attualmente di 84.000 ettari, in crescita del 13% sul 2019. Sommata ai 25.000 ettari ancora in conversione si arriva a un totale di 109.000 ettari, pari al 17% della superficie vitata complessiva italiana (dati Istat).
Se i maggiori sviluppi in valore assoluto sono quelli del Veneto (+1.866 ettari, totale 8.000, pari al 10% della superficie totale) e dell’Emilia Romagna (+661 ettari, totale 5.200, anche in questo caso il 10%), il Piemonte e la Toscana si distinguono per avere le più importanti aziende del settore in termini dimensionali.
Guardando al 2020, e dunque ad un anno segnato dalla crisi che ha inciso profondamente anche sui consumi, la crescita nazionale per la spesa vini Bio è comunque risultata pari al 15,5%.
Ma anche la proiezione è positiva. Lo studio dell’Iwsr (International Wine and SpiritsResearch) stima che entro il 2023 i vini biologici nel mondo possano raggiungere il potenziale produttivo di 2 miliardi di bottiglie, relativamente ai tre paesi leader: Italia, Francia e Spagna. Limitatamente all’Italia, considerando anche i vigneti in conversione, il potenziale produttivo toccherà i 924 milioni di bottiglie, con un incremento previsto del 30%. Sulla base di questo scenario, l’investimento sia in termini economici sia in termini di immagini per il territorio è assolutamente giustificato e promettente, anche considerando la sempre maggiore sensibilità espressa dal pubblico dei consumatori nei riguardi della sostenibilità delle produzioni agroalimentari.